Nei momenti difficili ci sentiamo smarriti, soli, abbandonati.
Non è facile, in quei momenti, accogliere il concetto di Dio amico.
Le difficolta ci demoralizzano e ci fanno perdere fiducia.
Giovanni battista, finito in carcere, ebbe dei dubbi su Gesù e mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Mt 11,2-11
Vuole essere confortato, rassicurato.
Gesù poteva mandare un angelo a liberarlo facendo cadere le mura della prigione. Ma la rivoluzione di Dio è con la pace non con la spada, con l’amore non con la forza.
“Misericordia io voglio, il perdono”.
“Beati i poveri, gli umili, i perseguitati, chi subisce ingiustizia.
No all’egoismo, alla pretese, sì all’altruismo e al perdono.
Se ci chiudiamo sui nostri desideri individuali senza pensare agli altri perdiamo una parte di noi.
Perdiamo una parte di felicità, la parte più grande, la.gioia più profonda. E ci resta solo la corteccia.
Si ha più gioia nel dare che nel ricevere.
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I peccatori
Dio ama i peccatori, cioè i pubblicani, le prostitute, i ribelli, i diseredati.
Li ama per due motivi.
Perché soffrono più degli altri.
E perché hanno più bisogno di Lui.
Basti pensare alla pecorella smarrita. Il pastore lascia tutte le altre 99 e va con l’unica smarrita, confusa, perduta.
Basti pensare al figlio prodigo. Il padre lascia tutto, lasica il fratello buono, bravo e rispettoso e va da quello degenerato, peccatore, drogato e scapestrato.
Queste persone, ascoltando la predicazione di Gesù si pentono e cambiato vita.
Ma quello che Gesù dice nel vangelo di oggi non significa che Dio non ama quelli che lo seguono più fedelmente. Ma quelli hanno già trovato la loro strada.
E non significa neanche assecondare chi ragiona dicendo: “tanto, quelli che vanno in chiesa sono peggio di noi”.
Significa solo che Dio ama anche chi ha più bisogno di lui, chi è più sfortunato.
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Dicembre 12, 2022