Gli occhi chiusi

L’uomo progredisce nella conoscenza, nella cultura, nelle scienze, nella tecnologia, con una scala sociale sempre più complessa, incrementando il benessere economico, magari a scapito delle popolazioni più povere, per farsi una casa, per comprare sempre di più e avere sempre di più.

Ma resta povero, chiuso in se stesso. Gli manca un altro tipo di conoscenza, quella che viene dal cuore, quella dell’amore.
Assomiglia a un falegname sprovveduto che costruisce un mobile senza i suoi attrezzi, a un astrologo che pretende di scrutare il cielo senza telescopio.
L’uomo conta più sull’uomo che su Dio, più sulla conoscenza che sull’amore. E per questo il mondo va male, perché sfratta Dio e l’amore dal suo cuore, dalla sua organizzazione sociale, politica, economica.

Allora come oggi, qualunque prodigio avesse compiuto Gesù, loro l’avrebbero visto sempre come il figlio del falegname e i loro occhi non si sarebbero comunque aperti. Abbiamo ancora gli occhi chiusi.

Alcuni uomini portando su un letto un uomo che era paralizzato… salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro. Lc 5,17-26