I peccatori

Dio ama  i peccatori, cioè i pubblicani,  le prostitute, i ribelli, i diseredati.

Li ama per due motivi.

Perché soffrono più degli altri.

E perché hanno più bisogno di Lui.

Basti pensare alla pecorella smarrita. Il pastore lascia tutte le altre 99 e va con l’unica smarrita, confusa, perduta.
Basti pensare al figlio prodigo. Il padre lascia tutto, lasica il fratello buono, bravo e rispettoso e va da quello degenerato, peccatore, drogato e scapestrato.
Queste persone, ascoltando la predicazione di Gesù si pentono e cambiato vita.

Ma quello che Gesù dice nel vangelo di oggi  non significa che Dio non ama quelli che lo seguono più fedelmente. Ma quelli hanno già trovato la loro strada.
E non significa neanche assecondare chi ragiona dicendo: “tanto, quelli che vanno in chiesa sono peggio di noi”.

Significa solo che Dio ama anche chi ha più bisogno di lui, chi è più sfortunato.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Mt 21,28-32