La cultura dell’effimero, dell’apparire ci sovrasta.
La mondanità è la quotidianità del vivere moderno ci circondano.
La superficialità è l’idolo da seguire, cambiare a seconda delle mode, di come tira il vento, in base alle circostanze.
Quello che conta cambia in base a come cambia la società e non in base ai valori, che, anch’essi, cambiano in base alle circostanze sociali.
Questa è, lo si voglia o no, la cultura prevalente nella società moderna.
E’ per questo motivo che chi prova a discostarsi dalla mondanità, dalla normalità, dalla modernità, rischia l’emarginazione, l’aggressione, l’indifferenza, il rigetto.
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Gv 15, 18-21
La felicità
Dio è un gruppo.
Nella chiesa d’Oriente Dio è rappresentato con tre giovani che danzano.
La bellezza salverà il mondo (Dostoevskij).
Tu sei Bellezza (San Francesco).
Chi vede Dio muore, per la sua bellezza.
Per il momento non siete capaci di portarne il peso, la sua gloria la sua bellezza, dice Gesù all’ultima cena.
“Ma cos’è mai l’uomo che te ne ricordi e te ne curi?”.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine.
Fin dove si spinge l’amore di Dio per me?
E’ un un amore esagerato.
E noi?
La felicità dell’uomo non è stare bene o male, essere ricchi o poveri. È essere amati o no.
E’ una sorta di deificazione, vivremo da Dio per l’eternità.
Ci prende tutti come figli adottivi.
Novembre 7, 2022